La Storia di Firenze

L'antico villaggio romano di Florentia fu dominato dai bizantini, dagli ostrogoti, dai longobardi e dai franchi, fino a quando divenne libero comune nel 1115, alla morte della contessa Matilde.
Gli esordi del libero comune di Firenze sono contrassegnati dalle guerre con i paesi vicini, per ragioni territoriali, e dalle lotte interne fra i guelfi ed i ghibellini, le quali si riverbarono anche sui rapporti con le altre città toscane.

Firenze riuscì, infatti, ad accrescere progressivamente il proprio prestigio, imponendosi anche su Pisa, che vantava un porto strategico, su Lucca, dove aveva sede il marchesato, e sull'eterna rivale Siena.

L'accresciuto prestigio della città non spense però le rivalità tra le due fazioni cittadine che arrivarono a scontri leggendari, con i vincitori che imponevano l'esilio ai perdenti, forse inconsapevoli della fugacità delle vittorie. Ciò successe, ad esempio, quando i guelfi, sostenitori del Papato, s'imposero sui ghibellini, vicini all'Imperatore, nel 1269 per poi dividersi a loro volta tra bianchi e neri ed in merito ricordiamo l'esilio imposto a Dante nel 1301 per la sua appartenenza alla corrente dei guelfi bianchi.

La storia di Firenze prosegue tra lotte civili, epidemie di peste, alacrità degli artigiani e dei mercanti ed intensa partecipazione del popolo agli eventi politici, popolo che si rivolse a Giovanni de' Medici, saggio e stimato commerciante, destinato a mutare la storia della città. Giovanni era, infatti, il padre di Cosimo, uno dei più illustri esponenti della dinastia che ha recitato un ruolo da protagonista nella storia del capoluogo toscano che ha vissuto anni di splendore sotto i Medici.

Il fiorire della città di Firenze nel Quattrocento è, infatti, legato alla figura di Cosimo de' Medici, che per oltre trent'anni riuscì a portare avanti una politica d'equilibrio tra gli Stati italiani, e a suo nipote Lorenzo il Magnifico, brillante mecenate nell'arte e fautore del principato in politica.

Alla morte di Lorenzo il Magnifico il potere passò al figlio Piero che nel 1494 restaurò la repubblica, per poi essere cacciato dai cittadini per la sua titubanza al cospetto del francese Carlo VIII. La congiura dei Capponi e degli Strozzi portò quindi all'esilio dei Medici da Firenze, i quali vi fecero ritorno per riconquistarne la guida, tenuta saldamente fino al 1737, quando Giovanni Gastone morì privo di eredi.

Successivamente il Granducato di Toscana passò agli Asburgo-Lorena, fino al 1860, anno del plebiscito per l'unificazione dell'Italia che ebbe per cinque anni (dal 1865 al 1870) Firenze come capitale.

 

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